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L’agopuntura  è una tecnica, oramai utilizzata in tutto il mondo, molto importante nell’ambito della medicina tradizionale cinese,  capace di combattere la malattia, ridonando all’organismo l’equilibrio perduto.

Infatti la malattia viene considerata la conseguenza di uno squilibrio dell’energia vitale ed organica e, pertanto la guarigione si ottiene riequilibrando l’energia e stimolando precisi punti del corpo, chiamati agopunti.

Ma anche se l’agopuntura è  fondata su basi completamente differenti rispetto alla Medicina Occidentale, quest’ultima ha dovuto, probabilmente suo malgrado, ammettere le evidenze scientifiche che spiegano, dal punto di vista neurofisiologico, gli ottimi risultati di questa millenaria metodica.

Minor resistenza elettrica cutanea

Studi scientifici hanno evidenziato che a livello degli agopunti l’impedenza cutanea è minore rispetto all’area circostante essendo la cute attraversata dall’elettricità con maggiore facilità: se solitamente la cute presenta una resistenza elettrica che varia da 200.000 a 2.000.000 Ohm, a livello dei punti usati in agopuntura questi valori scendono al di sotto di 50.000 Ohm. Si ritiene che questo fenomeno possa dipendere da una diminuzione dello spessore della cute e dalla presenza di una maggiore quantità di acqua nella sede dell’agopunto e dalla modificazione locale della concentrazione di oligoelementi riscontrata da alcuni ricercatori.

 Rapporti con i tronchi vasculo-nervosi

La maggior parte degli agopunti in profondità contrae stretti rapporti con i tronchi vascolo-nervosi, che possiedono pareti vascolari riccamente innervate; non a caso il decorso di alcuni meridiani coincide addirittura con quello di importanti tronchi vascolari e/o nervosi.

 

Maggior concentrazione di terminazioni nervose

È stato riscontrato che in corrispondenza degli agopunti vi è una maggiore concentrazione di terminazioni nervose libere, maggior numero di cellule di reticolina e una diminuzione della fibrosità tessutale e un minore spessore della cute. Infatti recettori nocicettivi, propriocettivi e termici, sono coinvolti nella conduzione dello stimolo agopunturale.

 Ma come è fatto un agopunto?

Innanzitutto spesso coincide con una fossetta o una depressione facilmente palpabile all’interno della compagine tessutale; all’interno di un’area dotata di maggiore compattezza il punto di agopuntura corrisponde ad una piccola zona “cedevole”.

Da circa un secolo si utilizza il termine “tender” per descrivere punti dotati di una particolare sofficità presenti all’interno di aree somatiche interessate da patologie di tipo reumatico.

Già nel 1841 Valleix evidenziò la presenza di punti situati nel contesto del tessuto muscolare la cui palpazione era in grado di provocare dolore localmente e a distanza.

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Studi successivi (in particolare quelli di Travell e Simons) hanno approfondito la realtà anatomo-funzionale di queste piccole aree, spesso dolenti spontaneamente e comunque capaci di provocare dolore locale e riferito, se sottoposte a pressione.

Il trigger point è stato descritto come una zona di aumentata richiesta metabolica o di diminuito metabolismo energetico, in cui e stata documentata un’alterazione di tipo ischemico, che può essere rappresentata come un’area circoscritta di irritazione calda all’interno di una zona fredda per ridotto afflusso ematico. Tale area, riscontrata realmente calda tramite misurazione con termocoppia è sede di una alterazione tessutale caratterizzata da irritazione dei recettori nervosi ed eccitazione delle fibre efferenti, da cui derivano i fenomeni patologici locali e proiettati. La quasi totalità dei trigger-point coincide con i punti di agopuntura, che, appunto, ne condividono le caratteristiche.

Specie a livello del tronco, dove la cute è sollevabile in larghe pliche, gli agopunti spesso coincidono con aree di infarcimento cellulitico sottocutaneo assai dolorose al pinzettamento. Queste zone aumentano il loro spessore e la loro dolorabilità in caso di sofferenza di tipo infiammatorio degli organi ad esse correlate.

 

Ma quali sono i principali effetti terapeutici?

 L’agopuntura ha azione:

  • Vasomodulatoria e trofica,
  • Antiinfiammatoria ed immunomodulatoria,
  • Antalgica,
  • Decontratturante ed antispastica,
  • Sedativa, antidepressiva ed ansiolitica,
  • Regolatrice neuro-ormonale,

 In questo senso, esperimenti eseguiti presso Istituti Universitari europei ed extraeuropei, hanno dimostrato che l’azione analgesica dell’agopuntura è dovuta:

  1. a) alla stimolazione delle fibre mieliniche di tipo Aδ che mandano  impulsi a livello spinale  attivando tre livelli:
    1. spinale,
    2. mesencefalico,
    3. ipotalamico-talamico-epifisario.

b) attraverso l’increzione di :

  • β-endorfine,
  • dinorfine,
  • enkefaline.

Si sottolinea che l’effetto sedativo dell’agopuntura si riscontra sia clinicamente, sia mediante elettroencefalogramma, mostrando, in un’alta percentuale di casi, nel corso del trattamento di agopuntura, le caratteristiche onde del pre-sonno.

Altro effetto scientificamente provato è il potenziamento delle difese organiche durante il trattamento: infatti, comuni prove di laboratorio hanno messo in evidenza un incremento significativo delle gamma e beta globuline associato ad un aumento del potere fagocitario dei globuli bianchi.

Altro effetto clinicamente rilevabile è l’azione di equilibrio generale, oltre che specificamente riferito a certe funzioni: per esempio è stato notato che certi punti di agopuntura agiscono sia sulla pressione arteriosa, altri nelle coliti atoniche o spastiche oppure nella stitichezza.

Una terapia quindi che abbia una dimostrata azione analgesica, sedativa, antiinfiammatoria, e antiallergica, oltre che di equilibrio generale e settoriale, può già dare un’idea delle possibilità di applicazione  nei più svariati campi della patologia umana.

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Ciò non significa che l’agopuntura è la panacea di tutti i mali, ma anch’essa come ogni tipo di trattamento medico, ha i suoi limiti, però può risultare estremamente utile in una innumerevole varietà di condizioni morbose, che fin troppo spesso la Medicina Occidentale tratta in modo insoddisfacente o addirittura fallimentare.