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Il colesterolo è una molecola, principalmente prodotta dal fegato, fondamentale per il nostro organismo, avente numerose funzioni:

  • supporto strutturale delle membrane cellulari,
  • precursore di:
    • acidi biliari,
    • ormoni steroidei (cortisolo, aldosterone, ormoni sessuali),
    • vitamina D.

Se la quantità di colesterolo nel sangue, detta colesterolemia, aumenta oltre il dovuto, si possono avere gravi disturbi soprattutto a carico dell’apparato cardiovascolare.

Le statine, a tal proposito, sono indicate per ridurre livelli plasmatici di colesterolo superiori ai valori normali, allo scopo di prevenire i danni cardiovascolari e cerebrovascolari causati dall’aterosclerosi in soggetti a rischio (con ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, iperglicemia o diabete, sovrappeso, fumo) oppure in pazienti che abbiano già subito un infarto o un ictus o siano affetti da coronaropatia o arteriopatia periferica.

Purtroppo le statine non sono sempre ben tollerate e sono comunque da evitare durante la gravidanza, in caso di patologie biliari o epatiche. Gli effetti collaterali, solo per citarne alcuni, possono consistere in disturbi gastrointestinali, eruzioni cutanee, cefalea.

Fino al 5% dei pazienti possono presentare forme di tossicità muscolare, dalla mialgia alla miosite che può esitare nella grave condizione patologica detta rabdomiolisi.

La comparsa di queste complicanze pare essere legata ad alcuni fattori predisponenti e dall’assunzione concomitante di altri farmaci che vengono metabolizzati in modo analogo alle statine (per esempio ciclosporina, antibiotici, digossina).

Quello delle interazioni con altri medicinali rappresenta l’aspetto critico fondamentale del trattamento con statine.

Allora perché non orientarsi su una molecola di estrazione naturale come la BERBERINA?

Si tratta di un alcaloide  presente in diverse piante della famiglia delle Berberidaceae,  prevalentemente localizzata nelle radici, nei rizomi, nella corteccia o nei piccioli in base alla pianta considerata.

L’impiego curativo della berberina inizialmente  come rimedio contro le infezioni e i disturbi gastrointestinali, si è confermato nel trattamento di forme aggressive di diarrea batterica e di infezioni parassitarie intestinali.

Recentemente si è passati ad un uso della berberina come ipocolesterolemizzante ed ipoglicemizzante con un meccanismo d’azione diverso da quello delle statine.

Uno dei tanti studi su questa molecola naturale ha analizzato 32 pazienti ipercolesterolemici, trattati per tre mesi con 500 mg di berberina due volte al giorno; al termine del trattamento si è osservata una riduzione di colesterolo totale (29%), di LDL (25%) e di trigliceridi (35%).

La scoperta della capacità della berberina di ridurre i livelli di zucchero nel sangue avvenne casualmente nel corso di un trattamento di pazienti diabetici affetti da diarrea ad eziologia infettiva.

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Come dimostrato dai risultati ottenuti in vitro e su modelli animali, la diminuzione del livello di glucosio indotta dalla berberina sembrerebbe implicare l’inibizione dell’assorbimento degli zuccheri nell’intestino e il potenziamento della capacità di produzione dell’insulina.

Contrariamente a quanto sembrerebbe lecito aspettarsi in relazione ai buoni risultati clinici ottenuti, la berberina dimostra una non completa biodisponibilità orale (che ne limita l’efficacia clinica) non tanto dovuta ad un suo scarso assorbimento diretto, quanto ad una sua massiva riestrusione nel lume intestinale mediata da carriers, che possono essere inibiti dai flavanolignani estratti dal cardo mariano.

Pertanto la silimarina, utilizzata in fitoterapia come protettore epatico, può essere associata alla berberina per  ottimizzarne la resa farmacoclinica e migliorarne l’effetto:

  • RIDURRE IL COLESTEROLO NEL SANGUE
  • NORMALIZZARE LA GLICEMIA.

Le evidenze sperimentali e cliniche ad oggi disponibili in letteratura mostrano interessanti prospettive di impiego della berberina nel trattamento dell’ipercolesterolemia e del diabete  con miglioramento della biodisponbilità se associata alla silimarina, che consente un ulteriore miglioramento della sua resa farmacoclinica.

I lavori scientifici  dimostrano che l’associazione del 1000 mg al dì in due somministrazioni  di berberina con un 210 mg/die di silimarina riduce la colesterolemia del 25-40% già dopo due mesi. In pazienti con diabete, oltre a ridurre di circa un punto percentuale i valori di emoglobina glicata dopo 3 mesi, la terapia determina inoltre la riduzione evidente anche della glicemia, della trigliceridemia e della colesterolemia.

Infine, l’uso  della berberina è confortato dall’ottimo profilo tossicologico e dall’assenza di particolari e gravosi effetti collaterali.

E ALLORA PERCHE’ NON PROVARE A MIGLIORARE LA NOSTRA SALUTE IN MODO NATURALE  CON BERBERINA ASSOCIATA A SILIMARINA?