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Il termine di medicina complementare (talvolta definita anche alternativa) può far pensare ad approcci terapeutici “esotici” o “magici”, e, soprattutto nel mondo occidentale, ad un modo di curare alcune malattie in maniera completamente diversa da quella tradizionale e quindi alternativo.

Alla fine del XVIII secolo, il medico tedesco Hahnemann si rese conto che esistevano sostanze capaci di provocare in individui sani sintomi simili a quelli da curare. Questa intuizione lo portò ad approfondire lo studio di numerose sostanze di origine animale, vegetale e minerale aventi azione farmacologica (compresi svariati veleni) e a formulare la legge dei Simili o della Similitudine: una sostanza capace di provocare una malattia, se somministrata in una dose altamente diluita e dopo essere stata sottoposta a un determinato numero di scosse (dinamizzazione), fondamentali per l’efficacia terapeutica, può essere curativa per la stessa malattia in questione.

Nacque così l’Omeopatia, che negli anni è stata utilizzata con ottimi risultati in numerosissime condizioni patologiche, subendo, col passaare del tempo,continue revisione da parte dei medici cultori della materia.

In questo modo si è arrivati a sviluppare ulteriori metodiche:

  • Omotossicologia
  • Omeopatia di Risonanza
  • Organoterapia.

Vediamo rapidamente di cosa si tratta.

L’omotossicologia

Nella visione omotossicologica, nata negli anni ’30 da Reckeweg, si identifica nelle omotossine (le sostanze tossiche presenti sia nel corpo umano sia nell’ambiente) la causa cui ricondurre tutte le malattie, che nascono dall’inadeguatezza dei sistemi di depurazione dell’organismo, alterando l’equilibrio omeostatico che il corpo cerca di ripristinare innescando inopportuni meccanismi di difesa. Scopo della terapia omotossicologica sarà di stimolare la capacità di guarigione del paziente ripristinando le funzioni sia cataboliche che metaboliche, enzimatiche ed immunologiche. Inizialmente, nella fase di drenaggio si attivano gli apparati (respiratorio, urinario, digerente) dell’organismo preposti all’eliminazione dei cataboliti, somministrando farmaci omeopatici a bassa diluizione, combinati tra loro per ottenere, tramite l’accelerazione del metabolismo cellulare, un’azione specifica e rapida sugli organi trattati ed alleviando i sintomi. Successivamente si somministrano i farmaci che riequilibreranno l’organismo allo scopo di conservare lo stato di salute raggiunto.

L’Omeopatia di Risonanza

Negli  anni ’90 Dr. H. Schimmel ideò dei medicinali omeopatici complessi in diluizioni decimali detti Omeopatici di Risonanza da utilizzarsi in caso di patologia cronica e delle sue riacutizzazioni apportando un riequilibrio morfofunzionale di apparati, organi, sistemi e strutture sede e/o responsabili di patologia cronica e restituendo all’organismo la capacità di reazione verso la noxa.

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Questi farmaci (distinti in  FM -Medicamenti Funzionali- e FMS -Medicamenti Funzionali Specialità-) determinano un effetto terapeutico di riequilibrio, prima funzionale e poi morfologico, specifico grazie alla peculiarità per l’organo (dovuta ai rimedi) e per la struttura cellulare (data dal grado della diluizione). I principi attivi (generalmente 3 in anaparte), derivati minerali, vegetali e animali e loro secreti, sono associati in modo mirato per portare un messaggio di riequilibrio unico e specifico che si muove nell’organismo in cerca di strutture in risonanza, cioè che esprimono biomessaggi in fase.

Un principio attivo ne definisce il tropismo, il secondo completa l’azione del primo in modo da lavorare così su tutta l’unità funzionale ed il terzo principio, di solito animale o un suo secreto, approfondisce l’informazione alla membrana nucleare ed amplifica l’azione degli altri 2 principi.

Gli attivi sono potenziati da specifiche diluizioni che fanno entrare in vibrazione determinate strutture cellulari sane o microrganismi ed esattamente la D6 è la diluizione specifica per il citoplasma, la D12 è specifica per la membrana cellulare e la D30, o derivati animali e loro secreti, è specifica per i pori della membrana nucleare.

Negli FM e FMS, essendo preparazioni in microdosi (basse diluizioni), l’informazione fisica è sorretta e accompagnata da una preponderante parte materica e, quindi, l’azione chimica è prevalentemente quella fisica accentua e rinforza l’obiettivo del riequilibrio.

Il meccanismo d’azione biochimico è legato alla presenza molecolare dei principi contenuti nel medicinale e si basa sulla reazione immunologica di soccorso, secondo cui un attivo, se somministrato in diluizioni comprese tra D2 eD14), si comporta da microdose atossica di antigeni che va in soccorso al processo infiammatorio in atto rafforzando e ricostituendo la tolleranza immunologica verso gli antigeni patogeni.

Le diluizioni D6 e D12, rispettivamente ad azione di stimolo e regolarizzazione, hanno infatti un’azione biochimica molto precisa: vanno in soccorso ai linfociti pro-infiammatori nel sito dell’infiammazione aiutando il corpo a riprendere la sua normale fisiologia.

Il meccanismo d’azione biofisico è invece dovuto all’effetto di risonanza secondo cui due onde in fase che comunicano si uniscono in una nuova onda in grado di modificare la materia.

La Risonanza è infatti quel fenomeno per cui, quando alla vibrazione naturale di un sistema si sovrappone una vibrazione di frequenza uguale o simile, si forma un’onda risultante con un’ampiezza diversa o uguale. Se l’ampiezza sarà diversa (maggiore o minore di quella iniziale) significa che l’onda risultante porta una nuova informazione diversa da quella iniziale propria del sistema.

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La sinergia dei due diversi meccanismi d’azione fa si che:

– i tessuti sani emettano una nuova onda elettromagnetica che attiva i processi metabolici e di difesa connettivali che innescano la guarigione. Quando l’onda emessa dalla cellula e quella emessa dall’FM/FMS sono in fase, queste si sovrappongono per effetto di risonanza e l’azione terapeutica si svolge secondo il fenomeno fisico della interferenza costruttiva che induce amplificazione dei movimenti oscillatori delle membrane. Tale amplificazione permette alle strutture dell’organismo di modificare il loro stato diventando, così, capaci di innescare i processi di feedback che lo stato patologico ha in parte bloccato o attutito. Se un organo in parte è sano ed in parte è malato, l’FM andrà in risonanza con l’onda emessa dal tessuto sano e la risultante sarà un’onda con un messaggio di soccorso per la parte malata.

– i tessuti ammalati attuino un meccanismo di detossificazione che elimina tossine o microrganismi posti sulla membrana o al suo interno. I prodotti metabolici liberati ed i microrganismi distrutti dai meccanismi di difesa avranno bisogno di un adeguato drenaggio per essere rimossi dal connettivo pericellulare lasso (o matrice) ed allontanati attraverso gli emuntori.

 

L’organoterapia

Si tratta di un metodo terapeutico che cura un organo malato utilizzando i tessuti di un organo omologo, prelevati da un animale e preparato secondo i principi omeopatici in modo diluito e dinamizzato. La prescrizione di un rimedio organoterapico si basa su una regola specifica di attività trifasica, che schematizza le differenti azioni sull’organo in base alle potenze: la 4 CH è STIMOLANTE, la 7 CH è RIEQUILIBRANTE o REGOLATRICE, la 9 CH è FRENANTE.

Queste metodiche terapeutiche non vanno utilizzate come fossero un dogma a discapito di trattamenti allopatici, ma vanno prese per quello che sono: un ottimo aiuto per la costruzione di una medicina integrata che unisca i pregi della medicina tradizionale a quelli (e sono tanti) della medicina complementare, allo scopo di dare benefici al paziente nel più breve tempo possibile evitando o riducendo ai minimi termini gli effetti collaterali dei farmaci allopatici.